L'ultimo compito di filosofia
TESTO:
Alla luce dell'esperienza filosofica prodotto nell'intero anno scolastico, in particolare riferimento al pensiero di Nietzsche e Dostoevskij, interpreta e commenta il seguente passo di Rilke.
Non abbiamo idea di questa forza, se non nella nostra paura. Perché è così inconcepibile, ci è così pienamente ostile che il nostro cervello si disgrega nel punto in cui ci costringiamo a pensarla. Tuttavia da qualche tempo credo che quella sia la nostra forza,tutta la nostra forza, che è ancora troppo forte per noi. È vero, noi non la conosciamo, ma non conosciamo forse meno proprio quel che più ci appartiene? A volte penso come sono nati il cielo e la morte: dal nostro respingere lontano da noi quel che ci era più caro, perché dovevamo prima sbrigare tante altre cose e perchè presso di noi, così affaccendati, non erano al sicuro. Epoche intere sono trascorse, e adesso ci siamo abituati alle minuzie. Non riconosciamo più il nostro possesso e ci fa inorridire la sua smisurata grandezza. Non può essere così?
R.M Rilke, Die Aufzeinchnungen des Malte Laurids Brigge (1955); tr. it. I quaderni di Malte Laurids Brigge, Oscar Mondadori, Milano 1955, p. 111.
SVOLGIMENTO:
L'uomo possiede una forza sconosciuta, soppressa, nascosta nel profondo del suo essere. Questa forza è ostile all'uomo razionale, è inconcepibile per esso , porta alla disgregazione del cervello quando pensata e concepita.
L'uomo conosce questa forza nella paura. È l'istinto, la manifestazione dionisiaca del corpo, la volontà schopenhaueriana. È ciò che viene alla luce nell'uomo impaurito, l'istinto di sopravvivenza, la volontà di potenza che uccide, disgrega il cervello e quindi ogni pretesa razionale umana.
L'uomo è volontà, istinto, corpo che si esprime orgiasticamente, l'uomo è forza; essa è l'essenza del suo essere. Tuttavia egli la nasconde, la uccide.
La tragedia greca muore suicida con Euripide che cerca di razionalizzare ciò che è dionisiaco. Allo stesso modo la morale, la società, l'episteme incontrovertibile uccide la forza, la sopprime, la nasconde. Essa è troppo forte per l'uomo, egli ne ha paura, così crea forme epistemiche che la sopprimano.
L'uomo non conosce la propria forza perché egli non può conoscere il proprio corpo. Il principio di ragione sufficiente si può applicare solo alla rappresentazione e non alla forza, e quindi al corpo, che, essendo volontà è irrazionale per sua natura. L'uomo non conosce la propria forza poiché la conoscenza avviene solo attraverso la razionalità. Ciò che gli è più vicino, il suo io, il soggetto è ciò che egli meno conosce poiché volontà oltre che rappresentazione.
Qual'è la genealogia del cielo e della morte? Perché si è affermata l'idea dell'aldilà se non come tentativo di dar senso a un mondo dominato dalla forza? L'aldilà, Dio, respingono l'essenza più cara all'uomo: la sua forza. Si cerca di dare un senso al mondo per mettere al sicuro le minuzie della vita rendendole razionali, certe. Nasce lo stato, la religione, la scienza, insomma la verità. Ma, parafrasando Nietzsche, cos'è la verità se non menzogna affermatasi ed entrata a far parte dell'abitudine dell'uomo?
Sono passati secoli e secoli e ormai siamo così abituati alle minuzie e alla menzogna che non ci rendiamo conto che la verità non esiste, che il mondo è caos, liberazione della forza.
Ma questo smisurato caos fa paura all'uomo occidentale che ha ridotto il mondo a razionalità. Così egli barcolla, privato della forza, in un mondo costellato da idoli che egli stesso ha posto e, sazio di verità incontrovertibili, nasce e muore nella dolce menzogna.
2 Comments:
Surreale il filosofo di Dolo, con commenti, come di consuetudine, al di la del bene e del male.
6,5... sono un genio incompreso :-)
Il filosofo di dolo 10 O_O.. mi congratulo con lei
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